Archivio per settembre 2014

Brescia-Iseo-Edolo: un incubo chiamato treno   3 comments

Non migliorano le condizioni di viaggio e i disagi si fanno sempre più frequenti: il treno Brescia-Iseo-Edolo è ormai un incubo per chi lo deve usare tutti i giorni.
Anche dopo le segnalazioni di settimana scorsa continuano i problemi relativi alla linea che da Edolo, passando per Iseo, porta lavoratori e studenti a Brescia. A volte si tratta di guasti, come è successo ieri quando il treno partito da Brescia alle 13.07 si è fermato per 20 minuti perché il passaggio a livello di Borgonato-Adro aveva le sbarre inceppate, ma il problema di fondo è organizzativo.
Non è una novità che si vada a scuola anche il sabato e così come non è una novità che la scuola sia frequentata tutti i giorni dallo stesso numero di studenti. La corsa che dal lunedì al venerdì passa alle 6.18 da Sale Marasino il sabato è stata però soppressa, obbligando i genitori a portare gli studenti, che hanno un regolare abbonamento, a Iseo per non perdere poi le coincidenze di altre linee, metropolitana o autobus.
«All’inizio ci pareva così stano che pensavamo ad una mancanza momentanea, di una sola mattina – ci ha spiegato una mamma salese – ma poi ci siamo resi conto che la questione è proprio strutturale».
Per non parlare delle carrozze insufficienti: quello che una settimana fa pareva fosse un disagio momentaneo persiste ed i ragazzi sono costretti a stare un’ora in piedi in mezzo al corridoio, o peggio ancora si ricavano spazio ammassandosi nei gabinetti. E, se proprio non c’è spazio, si rischia di restare sulla banchina.

COMMENTO Ciò che i Giornale di Brescia ovviamente non scrive è che si tratta di un piano per ammorbare il trasporto pubblico in Italia. Non a caso questi tagli di ferrovie vanno di pari passo con il calo del consumo di benzina.
Il vero scopo del governo Renzi-Grillo, per conto dei petrolieri, è chiudere le linee ferroviarie locali come la Brescia-Edolo.
Vedete che nessun “ambientalista”, nessun “grillino” protesta perchè anche loro stanno al gioco del sistema di trasformare l’Italia come gli Stati Uniti.
C’è un’altra questione di enorme rilevanza che nessuno mette in evidenza dimostrando che l’Italia è un paese finto: dato che non si possono licenziare i dipendenti statali, per nessun motivo, i tagli causati dalla spending review si riverberano linearmente sui servizi ai cittadini.
Ciò vale non solo per il trasporto pubblico ma, naturalmente, anche per la sanità, la pubblica amministrazione, la scuola e ogni altro comparto.
Siamo al paradosso totale, quindi, ossia che la spesa pubblica non solo diminuisce ma aumenta e a pagarne le conseguenze sono solo i cittadini utenti. Per questo i sindacati stanno zitti.
Tragica realtà dell’Italia terminale.

Sblocca-Italia: l’americanizzazione dei trasporti   Leave a comment

Sblocca Italia, ecco a quali opere andranno i 3,9 miliardi di finanziamenti

Il 47% dei 3,9 miliardi di euro stanziati dal decreto legge Sblocca Italia per le infrastrutture andrà a strade e autostrade (1.832 milioni, di cui 200 a concessionarie e project financing), il 25% alle ferrovie (989 milioni), di cui il 14% per nuove tratte ad alta capacità (Terzo Valico, Brennero e Brescia-Padova) e l’11% (429 milioni) alla rete ordinaria. Poi 345 milioni alle metropolitane (Roma, Napoli, tramvia di Firenze), 134 milioni alle opere idriche (completamento del sistema idrico dell’Abruzzo e di quello Basento-Bradano, settore G), 90 milioni per due aeroporti (Firenze e Salerno) e infine 500 milioni per le opere dei Comuni (quello del piano 6mila Campanili del Dl Fare 2013 e quelle inviate dai sindaci al premier Renzi in risposta alla sua lettera di aprile).
A parte questo ultimo caso, nel quale la lista dei beneficiari deve ancora essere selezionata, per tutti i restanti 3.390 stanziati all’interno del decreto Sblocca Italia nel fondo infrastrutture il governo ha già le idee chiarissime su quante risorse assegnare a ogni opere, e la lista (nella tabella qui a fianco) è già stata diffusa dall’esecutivo all’interna della relazione tecnica del Dl.

L’articolo 3 del decreto, che rifinanzia appunto il fondo infrastrutture per 3,9 miliardi, stabilisce già in dettaglio a quali opere dovranno essere assegnati i fondi (la lista linkata qui), stabilendo tre diversi termini di cantierizzazione per altrettanti gruppi di opere: i più veloci (passante ferroviario di Torino, schema idrico Basento-Bradano, terza corsia A4 Venezia-Triste, soppressione passaggi a livello sulla linea Bologna-Lecce, tratta Colosseo-Venezia della linea C di Roma) dovranno avviare i lavori entro il 31 dicembre 2014, gli altri due gruppi dovranno farlo entro il 30 giugno o il 31 agosto dell’anno prossimo.
La norma del decreto non indica però le cifre opera per opera, e affida a uno o più decreti del Ministro delle Infrastrutture (Maurizio Lupi) il compito di stabilire in dettaglio quanti soldi assegnare a ciascuna; decreti da emanare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto per i primi due gruppi di opere ed entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione per il terzo gruppo, quello che deve cantierare entro agosto 2015.
Il governo però, allegando nomi e cifre alla relazione tecnica, sembra indicare al Parlamento che non sono possibili modifiche, né nelle opere né nelle risorse assegnate.
Nella lista spiccano le cifre modeste che si pensa di assegnare alle nuove tratte ad alta capacità: al Terzo Valico Genova-Milano, opera già avviata, andranno 200 milioni, a fronte di un lotto costruttivo da 1,5 miliardi da finanziare; alla Brescia-Padova (tratta da avviare ma già affidata a general contractor) 90 milioni, che si aggiungono al miliardo circa già messo dalla legge di Stabilità 2014 (vanno definiti i nuovi progetti e i lotti costruttivi), ma l’obiettivo del ministero era di arrivare a 1,3 miliardi; 270 milioni infine al tunnel del Brennero, a fronte dell’obiettivo di un miliardo di euro. Altre risorse potrebbero dunque arrivare dalla legge di Stabilità,
Ci sono 200 milioni assegnate a concessionarie autostradali (30 milioni ad Autovie Venete, dopo i 130 della Stabilità 2014) e a nuovi project financing autostradali (90 milioni alla Cainello-Benevento, opera da 768 milioni con gara fase 2 ancora da bandire; e 80 milioni alla Pedemontana piemontese, opera già data per morta nei mesi scorsi per la non sostenibilità economico-finanziaria). Poi 1.632 milioni alle strade, la lunga lista riportata nella tabella.
Ci sono poi tre metropolitane: 155 milioni alla linea C di Roma, tratta Colosseo-Venezia, 90 milioni alla linea 1 di Napoli, 100 alla metrotramvia di Firenze. (Sole 24ore)

ELENCO DELLE OPERE:

Fai clic per accedere a OpereDlSblocca.pdf

Come potete osservare, il governo Renzi intende inondare la penisola di cemento oltre ogni possibile immaginazione.
La cosa interessante è che, a fronte degli stanziamenti per la TAV (nell’ambito del progetto già hitleriano di una rete europea di ferrovie veloci), la gran parte dei soldi sono per strade e autostrade.
Illuminate il caso dello stanziamento di 80 milioni di euro per la fantomatica “pedemontana piemontese”. La regione Piemonte ha chiuso 14 linee ferroviarie per risparmiare 4 milioni di euro l’anno. Ora arrivano 80 milioni (20 volte tanto) per un’opera stradale che non serve a niente, neanche se ne sa nulla.
Voglio dire, chiaramente ci stanno americanizzando.

Treni, nessuna speranza per la Novara-Varallo   Leave a comment

Una data esatta non è stata comunicata ma a breve non esisterà più la linea ferroviaria Novara-Varallo, sostituita da pullman. E’ la situazione a cui la delegazione di amministratori valsesiani è stata messa di fronte nell’incontro di ieri a Torino con l’assessore regionale Francesco Balocco. I rappresentanti dei Comuni di Varallo, Sabbia, Rimasco, Rima San Giuseppe, Campertogno, Boccioleto, Grignasco, Cellio, Vocca, Breia, Borgosesia, Riva Valdobbia, Comunità Montana Valsesia e Provincia di Vercelli sono partiti ieri mattina, in treno, dalla città del Sacro Monte per raggiungere il capoluogo piemontese. «La battaglia oggi è persa ma vogliamo combatterne altre prima di arrenderci» dice Carlo Stragiotti, primo cittadino di Sabbia, studente pendolare che da mesi insieme con i colleghi si sta battendo per non perdere il servizio su rotaia. 

«Il principio da cui è partito l’assessore Balocco – sottolinea Eraldo Botta, sindaco varallese – è che visto che la precedente giunta regionale di Cota aveva chiuso 13 linee salvando la Novara-Varallo, utilizzando gli stessi parametri debba essere chiusa anche questa. Abbiamo chiesto a Balocco di valutare altre soluzioni prima di sopprimere la linea ma la decisione è stata presa dicendoci che la riapertura potrebbe avvenire in futuro. Noi intanto siamo pronti ad altre azioni per provare a far cambiare idea alla Regione». Un secondo confronto con Francesco Balocco è in programma già lunedì, nel municipio di Romagnano, alle 18. 

Diversa l’opinione dell’assessore regionale ai trasporti. «Purtroppo la Novara-Varallo, dopo la querelle di due anni fa in merito alla sospensione delle 14 linee ferroviarie, era tra le tratte con un maggiore costo pro-capite e un bassissimo rapporto ricavi su costi – spiega -. La precedente giunta, tuttavia, deliberò di sospendere le altre linee e mantenere questa con la formula della sperimentazione, sia pure con il dimezzamento delle coppie di treni circolanti». E ancora: «Purtroppo la sperimentazione non ha dato i frutti sperati e le frequentazioni registrate anche dai nostri ispettori – continua l’assessore -, non personale di Trenitalia, a queste condizioni non giustificano più il trasporto su ferro con un costo annuale superiore ai due milioni di euro». 

Balocco dà una spiegazione al presente con un occhio al futuro. «Con l’autobus sostitutivo si potrà garantire lo stesso servizio a costi notevolmente inferiori – conclude -: il rapporto tra costi del trasporto su rotaia e quello su gomma è infatti di circa 10 a 1, con 15 euro al chilometri dei treni, contro gli 1,5 euro/chilometro dei bus. E’ intenzione di questa amministrazione potenziare il trasporto ferroviari attraverso lo strumento della gara che nel prossimo futuro spero possa ridare speranza alle linee minori, inserendo la Novara-Varallo, ma anche la Santhià-Arona, tra quelle tratte in disponibilità per i competitori europei. Linee che al momento non sono chiuse ma solo sospese».  (La Stampa)

Come previsto il bagno di sangue delle ferrovie italiane continua.
Avevano inventato i “forconi” per mandare via Cota accusandolo di ogni nefandezza nei confronti delle ferrovie piemontesi, ma ora che c’è la nuova giunta “equo-solidale”, si continuano a chiudere ferrovie.
Prima di tutto, non si comprende perchè non si può chiedere a qualcuno di diverso fa Trenitalia di gestire il servizio ferroviario. Poi, è questionabile il fatto che l’autobus costi di meno, dato che le linee ferroviarie sono ormai automatizzate e impiegano pochissimo personale. Inoltre bisogna spostare le scuole superiori vicino alle stazioni. Se non si fa questo, il traffico non potrà che diminuire.
Perchè il Piemonte non si crea la sua azienda ferroviaria regionale?
La scelta di uccidere il trasporto su rotaia in Italia deriva dai petrolieri che hanno insediato Renzi e Grillo e la combriccola che  di tutto parla fuorchè di questo, i quali vogliono trasformarci come gli USA. L’Italia spende decine di miliardi di euro per i fondi salva-stati, per il riarmo e chiude gli ospedali pubblici e il trasporto locale.
Meglio anche chiuda questo stato di merda.
E notate come i mass media di merda non facciano notare 2 cose importantissime:

  1. Il silenzio assordante dell’ambientalismo dimostrando che l’ambientalismo ufficiale è sempre stato contiguo al potere.
  2. Dato che in Italia non si possono licenziare i dipendenti pubblici, per nessun motivo, i ferrovieri che lavoravano alle 14 linee chiuse in Piemonte continuano a percepire regolare stipendio senza nessun risparmio per l’erario.

Pubblicato 11 settembre 2014 da Albino Galuppini in Lamentazioni Ferrate

Ipocrisia tutta italiana   Leave a comment

In Italia circolano quattro milioni di veicoli senza assicurazione. A dirlo è stato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nel corso di una conferenza stampa che ha fatto il punto sull’esodo estivo sulla rete Anas.

Lupi: dato incredibile, intervenire con urgenza
«Si tratta di un dato incredibile. Dobbiamo intervenire con urgenza per recuperare questa evasione e dare così anche un contributo alla sicurezza stradale», ha spiegato il ministro. Che ha proseguito, illustrando in quale direzioni intende lavorare: «Bisogna agire rapidamente, attraverso le nuove tecnologie, per identificare i veicoli e incrociare i dati recuperando l’evasione e garantendo la sicurezza dei cittadini».

Biciclette contromano pericolose
Lupi ha fatto anche il punto sulla questione delle regole per la circolazione delle biciclette in città. «Ho ricevuto tante richieste da sindaci che vorrebbero concedere alle bici di circolare contromano, ma io sono contrario: così non aiutiamo i ciclisti ma facciamo il loro male». In altre parole, non ci saranno allentamenti delle regole, ma al massimo qualche controllo in più. «Io sono favorevole – ha sottolineato Lupi – a tutelare le categorie deboli, bici e moto, ma non si agevolano in questo modo. Piuttosto, si facciano piste ciclabili. Pensare poi che si valorizza il ciclista facendolo andare sulle corsie degli autobus è sbagliato, così si mette in pericolo».

Ho già spiegato che il problema dell’evasione RC Auto si risolverebbe in un battibaleno: sequestrare ogni veicolo senza assicurazione sospendendo la patente a chi circola non assicurato (come in USA).
Naturalmente non lo faranno mai altrimenti a Napoli, e situazioni simili non per forza a Sud, finirebbe come a Ferguson, Missouri. Idem per i cittadini extracomunitari, specialmente del Terzo Mondo, che ci vengono mandati qua a rieducare. Se non fosse loro consentito di circolare senza patente, senza bollo e assicurazione, guidando auto senza revisione, se ne andrebbero altrove.
Quindi, non cambierà niente, anzi con la crisi l’illegalità non farà che aggravarsi.
Quelle di Lupi sono chiacchiere da bar.

 

Pubblicato 5 settembre 2014 da Albino Galuppini in Dizionario Politichese-Italiano

Auto, vendite in calo: il mercato aspetta gli incentivi   Leave a comment

Le immatricolazioni rallentano ad agosto e chiude: -0,2 per cento. Positivo invece il bilancio degli 8 mesi 2014: da inizio anno le consegne sono state 925.393 pari a un incremento del 3,52 per cento.

L’Italia che non ha garanzie sul futuro non poteva far ripartire il mercato dell’auto, soprattutto dopo aver pagato la Tasi e nonostante la riduzione delle partenze per le vacanze. Così il mese di agosto, con 53.191 vetture immatricolate, ha fatto registrare una flessione dello 0,2%. «Un risultato ancora una volta deludente – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – anche perché è riferito al livello molto depresso dell’agosto 2013».
Anche il dato complessivo dei primi 8 mesi dell’anno, pari a 925.393 consegne, non è entusiasmanete. E’ in crescita del 3,52% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno che, non va dimenticato, si era chiuso con un crollo del 47,7% rispetto al periodo ante crisi del 2007.
Ma per Quagliano ad influenzare negativamente il mercato è stato anche l’annuncio di possibili incentivi governativi sotto forma di agevolazioni fiscali. E un annuncio non seguito immediatamente dall’adozione degli incentivi ha un effetto depressivo sulla domanda, «in quanto i potenziali acquirenti rinviano l’acquisto vero e proprio in attesa delle agevolazioni».
Inoltre, come dimostra il calo dei consumi di carburante, l’auto viene utilizzata sempre meno e questo non favorisce il ricambio delle vetture. Penalizzate inoltre dagli aumenti delle tariffe per i parcheggi in città, dalla proliferazione di autovelox e dalla situazione generale di recessione economica.
Quanto all’andamento delle singole marche, agosto non è stato favorevole a Fca: Fiat ha perso il 9,08%, Lancia-Chrysler lo 0,75% e Alfa Romeo il 12,69%. L’incremento di Jeep (+81,40%) non è sufficiente a pareggiare le flessioni, anche perché i numeri del marchio americano sono ancora limitati.
Il mese scorso ha invece premiato Volkswagen (+19,89%, con Skoda e Seat in progresso di oltre il 50%), così come Ford (+9,98%), Renault (+33,99% e Dacia +22,16%), Opel (+13,20%) e Peugeot (+19,21%). In flessione Toyota, Citroen, Audi, Mercedes, Bmw, Hyundai. Tra le asiatiche crescono anche Nissan, Kia, Suzuki (la sponsorizzazione del Torino Calcio porta fortuna), Volvo e Mitsubishi.

Augusto Grandi (Sole 24ore)

Pubblicato 1 settembre 2014 da Albino Galuppini in Buone Notizie