Archivio per ottobre 2011

Modificare la TAV Treviglio Brescia   Leave a comment

Trovo sul Sole24 ore online del 9 marzo 2011:
Grazie alla Tav Milano e Brescia unica metropoli: solo trenta i minuti di distanza di Matteo Meneghello e Matteo Prioschi

http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2011-03-24/grazie-milano-brescia-unica-151255.php?uuid=Aakr4BJD

Nel testo una collezione di elucubrazioni di personaggi equivoci che dall’alto della loro ignoranza abissale e sospetta parlano di TAV Milano Brescia.

Vediamo di puntualizzare

  1. Con l’attuale progetto non si potraà mai andare da Brescia a Milano in 30 minuti stando al tracciato di ben 19 km di interconnessione con velocità massima ridicolmente limitata a 160 km/h. Certo uno che si chiama Bettoni, presidente della Brebemi, in “leggerissimo” conflitto d’interesse, un’autostrada in diretta concorrenza con la ferrovia può non notare la stranezza. Se il treno deve uscire al bivio per Brescia a meno dei 160 all’ora, dubito perfino riuscirà a raggiungere i 300 all’ora come velocità di crociera in soli 39 km dopo Treviglio  perché dovrà immediatamente rallentare. Inoltre, a che velocità i convogli s’immetteranno dalla tratta esistente sulla nuova ferrovia a Treviglio?
  2. Il sogno dei pendolari bresciani di arrivare a Milano Centrale in 30 minuti rimarrà uguale a se stesso non solo per il punto sopra ma per il costo disumano dell’abbonamento perché già adesso il Frecciabianca costa come un tav  ma senza tav, figuriamoci quando ci sarà il Frecciarossa.
  3. L’aeroporto di Montichiari non h alcun senso vista anche la vicinanza con Villafranca, meglio collegare Brescia via AV con Malpensa che deve essere un hub intercontinentale. Il Gabriele D’Annunzio va chiuso per farci dentro dei campi coltivati
  4. Il discorso cambia se intendiamo invece portare il treno a Montichiari e a Castigliane delle Stiviere il che invece sarebbe ben più allettante incrementando notevolmente il valore anche immobiliare di questi comuni.

Ci sono solo tre cose da fare:

  1. Modificare il tracciato d’interconnessione per Brescia innalzando la velocità commerciale fino a 220 km/h (anziché 160) rivedere di conseguenza anche la classe dello scambio al bivio. Non ha senso fare una TAV in cui per oltre metà percorso il treno non va ad alta velocità, oltre tutte le stronzate sulla “alta capacità”.
  2. L’interconnessione con l’aeroporto di Montichiari andrebbe soppressa come chiuso l’intero aeroporto sostituita da stazioni di Montichiari, Castigliane delle Stiviere come bretella fino a Ghedi della Brescia Parma peraltro già esistente ad uso militare.
  3. Buttare fuori dalla ferrovia la gentaglia che lavora per la Brebemi il cui intento è “rallentare” il treno per favorire il trasporto su gomma.

Questo è il mio consiglio.

Pubblicato 29 ottobre 2011 da Albino Galuppini in Dietro i NO TAV, Tototruffa, Treno per Tutti

Lettera dell’Italia alla UE: breve esegesi   2 comments

La lettera che l’Italia ha dovuto mandare alla UE è stata, con tutta probabilità, scritta da Ignazio Visco come aveva annunciato tempo fa Tremonti e per questo Visco è stato nominato governatore della banca d’Italia. Come avrete certamente notato nessuna critica alla missiva da parte dei satrapi del potere globalista filoatlantico: Napolitano, Maroni, Fini, Casini, D’Alema, Tremonti, Montezemolo hanno seguito la prassi del silenzio assenso.

Ora, come ho più volte spiegato, lo scopo dei poteri forti è sfruttare la crisi da loro stessi creata non solo per generare un superstato europeo di stampo nazista ma pure implementare il modello sociale e culturale ultraliberista totalmente in mano alle banche e alla finanza, interamente privo di un connotato nazionale o territoriale.

Vediamo i punti: più espressivi della lettera

  • Licenziamenti “facili” e innalzamento dell’età pensionabile Come oltreoceano dove anziani fanno i guardiani notturni o gli spazzini anche a 70 o 75 anni. Ma l’obiettivo vero è abolire la cassa integrazione e ridurre al minimo, se non eliminare completamente, gli ammortizzatori sociali come in America dove c’è gente che non sa se il giorno dopo avrà i soldi per mangiare per mancanza di sussidi.
  • Eurosud. Un piano per cercare di costringere i meridionali ad accendere mutui bancari e rendersi schiavi degli strumenti finanziari in zone in cui per motivi culturali prevale ancora l’uso del contante per le transazioni, il risparmio nel “materasso” e la diffidenza verso gli strumenti bancari come fondi d’investimento e mutui per ottenere prestiti
  • Dismissioni Significano privatizzare per diminuire il potere dello stato, quindi dei cittadini per la gestione del territorio e della res publica
  • Lavoro per donne e giovani: Da un lato lo scopo è la distruzione della famiglia tradizionale, la società deve essere fluida e aperta, senza frontiere, tutti devono lavorare ingurgitando schifezze al fast food in microscopiche pause pranzo quindi favorire l’inserimento degli immigrati, sono quasi tutti giovani, nel mondo del lavoro.
  • Spending reviw. Solita parola inglese atta indicare l’alleggerimento della struttura statale in favore dei privati e delle multinazionali.
  • Riforma universitaria. Qui si nota nettamente lo zampino di Washington. Incrementare le tasse universitarie per consentire l’accesso agli sutdi universitari solamente ai ceti abbienti, da un lato e dall’altro favorire università e scuole private. Però agli studenti proletari si offrono “prestiti d’onore” (ma va!) per completare il loro corso di studi che poi impiegheranno tutta la vita restituire.
  • Delega fiscale e assistenziale. Significa, come in USA, che le tasse le abbatteranno per i ricchi aumentandole per i poveri e verrà ridotta al lumicino l’assistenza pubblica in modo tale da favorire l’ingresso dei privati nel settore delle cure domiciliari che saranno pagate a caro prezzo anziché fornite gratis dalle ASL
  • Concorrenza nei mercati, nelle professioni e nei servizi pubblici locali. Significa da un lato ulteriori privatizzazioni e taglio dei servizi pubblici locali (in barba al referendum appena passato) e dall’altro favorire l’ingresso degli extracomunitari nelle professioni che attualmente sono protette dagli Ordini
  • Semplificazione normativa e amministrativa. L’esecutivo si impegna anche a incentivare la costituzione di “zone a burocrazia zero”. Significa creare il Bronx anche da noi, probabilmente per ingraziarsi gli imprenditori cinesi che non gradiscono che le le autorità locali si intromettano nello sfruttamento del lavoro minorile e in ogni violazione dello statuto dei lavoratori
  • Riforma costituzionale dello Stato e pareggio di bilancio. Significa e ridurre la democrazia la lumicino e liminado la rappresentanza dal basso istituendo un sistema elettorale nazionale che preveda solo due partiti (con la farsa delle “primarie”) tra cui scegliere fintamente alternativi, come negli USA
  • Modernizzazione della pubblica amministrazione. Significa passare ogni atto di interesse pubblico in internet secondo lo schema della convergency che prevede il controllo di ogni cittadino rinviando ogni sua azione in rete.

Obama, primus inter pares dei burattini esorta l’Europa a fare presto come fosse lui il presidente dell’Europa. I nostri giornali fanno finta di non accorgersene. E’ un dramma.
Naturalmente l’Italia non è assolutamente in grado di mantenere gli impegni espressi nella lettera d’intenti. Da noi non si riesce neanche a fare pagare il pedaggio sul GRA o sulla Salerno Reggio Calabria, un ministeriale può rifiutarsi di traslocare a un piano all’altro del medesimo palazzo, pena immediato ricordo al tribunale del lavoro, figuriamoci queste riforme radicali. In Italia mancano medici e farmacisti ma si continuano a moltiplicare le facoltà di legge quando chi è precario, senza lavoro o con una pensione misera non ha soldi per permettersi avvocati. Oppure di scienze della comunicazione quando causa crisi i giornali chiuderanno a raffica come avviene in Grecia.

Soprattutto, non è questione di “governo” o “opposizione”, due fianchi della medesima nave che affonda. Se leggete i 100 punti di Renzi notate come essi siano tutto ciò che i poteri forti pretendono da noi! Anche questo è un dramma, forse giusto così, meglio non sapere di che morte si dovrà morire.

TAV Milano Brescia Verona: considerazioni   Leave a comment

Stando al Gornale di Brescia sta partendo il primo lotto degli appalti per la linea ad alta velocità ferroviaria Treviglio Brescia da parte dei Cepav2, il consorzio incaricato dell’opera. Dovrebbe essere pronta nal 2015.
Da Treviglio a Brescia la ferrovia è lunga 58 km da aggiungersi ai 27 attivati nel 2007 tra Milano e Treviglio Centrale dopo che del quadruplicamento tra Lambrate e Treviglio si parlava dal lontano 1975.

Dei 58 km solo 39 sono ad alta velocità perche ben 19 sono di interconnessione con la stazione di Brescia. Ciò è dovuto al fatto che in realtà la tratta veloce è Milano Verona e quindi l’alta velocità effettiva salta Brescia.
Il tracciato TAV verso la città scaligera in futuro dovrà passare a sud del capoluogo bresciano in modo da interconnettersi con l’aeroporto di Montichiari. Questa è una scelta politicva del tutto demagocicga poichè l’aeroporto D’Annunzio non serve a ninete e va chiuso. Invece bisogna velocizzare il Malpensa Express, che ora parte anche da Milano Centrale, per rendere l’hub varesino rapidamente raggiungibile anche dal Nordest italiano.

Un’occhiata ai tempi di percorrenza della tratta AV Milano Brescia.
Non è facile fare un’analisi a volo d’uccello. Nel  progetto originario della Milano Treviglio (alimentata a 3 kv) la velocità massima era prevista a 200 km/h fino a Melzo e poi 250 km/h tra Melzo e Treviglio. Secondo il Giornale di Brescia per 39 km ci sarebbe la velocità di 300 km/h (suppongo con alimentazione a 25 kv) e poi per i 19 km in avvicinamento a Brescia la velocità limitata a 160  km/h.
In tale ipotesi, tenendo conto dei margini di recupero, ritengo che da orario i tempi di percorrenza non saranno inferiori ai 35 minuti. Attualmente il Frecciabianca, il cui biglietto costa come un AV ma senza andare ad alta velocità, ci impiega da orario Trenitalia minimo 46 minuti da Milano Centrale a Brescia. Negli anni 70 fino agli anni 90 alcuni treni  diretti senza supplemento rapido ci mettevano secondo l’orario ufficiale FS anche solo 43 minuti. Ovvio che il problema è costituito dalla “rottura” del binario veloce per interconnettere alla stazione cittadina ben 19 km prima. Occorrerebbe omologare lo scambio al bivio dal tronco veloce per i 200 km/h innalzando la velocità a 200 km/h nei 19 km finali per fissare un tempo di percorrenza inferiore alla mezz’ora.

In ogni caso, 35 minuti sarebbero meno della metà che viaggiare in macchina da “centro Brescia” a “centro Milano” anche con la famigerata Brebemi che temo sarà pronta tra un anno. Temo perché io ho già preparato il pallottoliere per contare i morti in incidenti stradali su quell’assurda autostrada che non serve a nulla in un sistema padano la cui economia tra tracollando.
Invece incombono tagli statali riguardanti i finanziamenti per la linea AV Treviglio Brescia e mi aspetto, visto che il mercato auto sta pure fortunatamente collassando, un intervento dei petrolieri travestiti da “ambientalisti” o “grillini” o “Notav” per affossare la ferrovia veloce Milano Verona.

Pubblicato 27 ottobre 2011 da Albino Galuppini in Dietro i NO TAV, Treno per Tutti

7 automobili su 100 senza assicurazione   Leave a comment

Dal Corriere della Sera online:

Aci: «Senza assicurazione tre milioni
e mezzo di automobilisti»
Boom di tagliandi falsi, «fenomeno difficile da contrastare, servono nuove norme»” «Senza assicurazione tre milioni
e mezzo di automobilisti» Boom di tagliandi falsi, «fenomeno difficile da contrastare, servono nuove norme»
MILANO- Sette veicoli su 100 in Italia viaggiano sui veicoli privi di assicurazione o con contrassegni falsi. A rivelarlo è l’Aci con uno studio presentato al «Forum Internazionale delle Polizie Locali» in corso a Riva del Garda.
IL BOOM DELLE SOCIETA’ FANTASMA- «Nel 2010 le forze dell’ordine hanno rilevato 100 mila infrazioni per mancanza di Rc Auto», fa sapere il presidente dell’Automobil Club Enrico Gelpi, «le frodi in questo settore rappresentano il 3% delle frodi assicurative accertate. Gli indennizzi del Fondo di garanzia per incidenti causati da veicoli sprovvisti di Rc Auto sono stati 22 mila nel 2010, in aumento del 10% rispetto agli ultimi tre anni». E anche il mercato delle società fantasma è florido, secondo le indagini delle forze dell’ordine. «Bisogna adottare misure capaci di rilevare le irregolarità prima della messa su strada dei veicoli. Serve una norma che introduca l’obbligo di comunicazione della copertura Rc auto per il rilascio e l’aggiornamento dei documenti di proprietà e di circolazione dei veicoli», commenta Gelpi. Misure già in vigore in altri paesi, dall’Inghilterra alla Svizzera.
UNA LOTTA DIFFICILE- Nonostante il numero elevato di tagliandi contraffatti o illegali, le polizie locali hanno pochi strumenti in mano per contrastare il fenomeno. A Milano, in testa alla classifica per numero di multe elevate, sono stati redatti 160 verbali, a Bologna 26, mentre a Napoli soltanto 20.

Stiano tranquilli i signori dell’Aci.
Nessuna legge (come il solito in Italia) risolverà qualcosa. Prima il fenomeno era limitato al Meridione e agli immigrati che per motivi culturali o economici non intendevano sborsare per assicurare la loro automobile che è obbligo di legge.

Il dilagare della povertà, del precariato e dell’illegalità porterà il fenomeno a livelli fantasmagorici. Perchè è il cane che si morde la coda: le polizze RC crescono per le tariffe dei carrozzieri e a causa del costo dei pezzi di ricambio con cui le case automobilistiche tentano di rifarsi per gli sconti con i quali devono vendere il “nuovo”. Inoltre c’è da rimpinguare il fondo di garanzia per gli incidenti causati da veicoli non assicurati destinato a non bastare mai. Per cui il costo della RCA incrementerà ininterrottamente divenedo insostenibile ai più incrementando la violazione dell’obbligo. Probabilmente si arriverà entro un paio d’anni ad avere 20 o 25 auto su 100 prive di regolare tagliando assicurativo.
Dopodichè la responsabilità civile per incidenti verrà resa facoltativa come era una volta.

Pubblicato 25 ottobre 2011 da Albino Galuppini in C'eran una volta l'Italia, Soldi Buttati

Parole al vento   Leave a comment

Naturalmente il Decreto Sviluppo in preparazione in questi giorni si presenta come una grossa presa in giro dei cittadini oltre la sequela di annunci e smentite. Mentre Giorgio Napolitano, come un disco incantato, non fa che proferire moniti per la “crescita” e per la “riduzione del debito”.

Le pagelle scolastiche online, ovvio, nulla c’entrano con lo sviluppo ma molto con il diktat del potere globale di passare tutto su internet in modo che tutto sia controllato come nel libro Il grande fratello di Orwell. Intende costringere le famiglie con bambini ad acquistare un computer e connettersi alla Rete.

Ridicola l’idea dei prestiti a giovani coppie garantiti dallo stato come nei vecchi sistemi comunisti. E quali coppie? Italiane o straniere, sposate ufficialmente o “di fatto”, dello stesso sesso anche? E come sarebbero puniti gli abusi, come risolti i problemi legati a successive separazioni e divorzi? Il matrimonio, indissolubile secondo la Chiese, ma forse anche per lo stato con le coppie impossibilitate ad affrontare le consegueze legate all’indissolubilità del mutuo statalmente garantito?
Cosa significa poi “giovani”? Un cinquantenne assieme a una venticinquenne è una giovane coppia? Ce ne sono.
Mi da l’idea che lo stato garantisce le banche per cui queste si metteranno a concedere mutui subprime, cioè a gente che altrimenti non avrebbe i requisiti di garanzia.

Ancora più kafkiana l’ipotesi di assicurazione obbligatoria per gli immobili situati in zone sismiche o a rischio di calamità naturali. Scommetto che le zone in cui gli onorevoli e le loro amanti hanno l’alcova non rientreranno nelle aree a rischio!
Sarà il solito bluff.

Sarebbe interessante esaminare la questione del biglietto elettronico sugli autobus, pure sui treni direi.
Temo anche questa sia però una bufala che non porterà allo scopo che la gente creda si prefigga. Ossia di ridurre al minimo il fenomeno dei “furbi” che viaggiano a sbafo senza biglietto.
Si vocifera anche di un condono edilizio, altra istanza che nulla ha a che vedere con la “crisi” ma con un grazioso regalo a mafia, camorra e ndrangheta.
Parole al vento.

Più stimolante l’idea dei benzinai di proclamare ben 15 giorni di sciopero. Si comincia l’8, il 9 e il 10 novembre. Almeno ciò sortirebbe l’effetto benefico di ridurre l’inquinamento da gas di scarico.
Ma anche quelle dei benzinai temo siano parole al vento.

No Tav, indignati e anarco-insurrezionalisti   Leave a comment

Leggo un sacco di amenità e luoghi comuni riguardo il fenomeno degli indignati (dallo spagnolo “indignados” paese dove il fenomeno è stato sviluppato) e altri casi di estremismo protestatario.
Importante perciò fare un po’ di chiarezza.

Gli indignati, alla stregua delle rivoluzioni colorate in giro per il mondo (da noi è stato scelto il colore viola) sono happening organizzati dal potere globale costituito da finanza, banche e petrolieri in buona sostanza che mira costruire il mondo nuovo che si augurano, una società perfetta in cui ogni esigenze sia soddisfatta e ogni sofferenza risanata. L’obiettivo è l’annientamento dei governi democraticamente eletti per rimpiazzarli con sistemi tecnocratici da loro controllati senza nemmeno più nisogno di dare una minima parvenza di democraticità.

In Italia anche i No Tav e i grillini sono, a mio parere, strumenti del potere occulto atti a controllare le masse “equosolidali”. in particolare queste due organizzazioni sembrano fare diretto riferimento ai petrolieri. Anche se per quanto riguarda la val di Susa probabilmente un discorso a parte andrebbe fatto.

Poi ci sono i centri sociali e gli anarco insurrezilalisti cosiddetti che sono schegge impazzite del vecchio estremismo di sinistra sessantottino tramandato di padre in figlio. Nel Sud forse anche con  contiguità con certa criminalità.
Importante rilevare come i capi dei centri sociali e collettivi studenteschi a loro volta appartengano alle elite dominati. Sono figli di facoltosi avvocati, magistrati, professionisti dei quartieri “bene” o gente che campa di rendita. Costoro, non dovendo lavorare, possono mettersi a capo della sovversione “proletaria” (sigh!) sobillando il popolino. Ed è per questo motivo che non vengono mai perseguiti. Uno dei tanti sistemi con cui i ricchi controllano occultamente i poveri.

Ora, come interpretare l’evoluzione di questi movimenti dopo di ciò che è avvenuto a Roma? Gli anarco insurrezaionalisti uniti forse a teppaglia dalla capitale e zone limitrofe hanno fatto casino scatenando la reazione veemente del vero potere che ha subito invocato leggi draconiane contro.

Vedete, il fatto non è che abbiano divelto un crocefisso e spaccato una statuetta della Vergine Maria, ma che costoro, sfuggendo ai loro capi, abbiano osato attaccare le banche e bruciate bandiere dell’UE.
Il percorso dei cortei dei (finti) indignati, il giorno prima a Milano, poi a Roma erano stati attentamente studiati affinché evitassero le sedi finanziarie. Invece i gruppuscoli facenti riferimento ai centri sociali, staccandosi dal codazzo, avevano raggiunto anche sedi di grandi banche crendo del casotto. Giustamente mandando a quel paese anche un vecchio marpione del globalismo e del sistema finanziario nordamericano che è Marco Pannella.
Mario Draghi ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco schierandosi a parole con i “giovani” ma affermando che gli scontri erano un “peccato”.

Numerose testate giornalistiche hanno subito notato che “solo a Roma” le manifestazioni degli indignati sono sfociate in violenze.
Ciò che mi aspetto è che i fatti romani siano utilizzati come casus belli per emanare una legge contro le manifestazioni autenticamente popolari (degli operai Fiat) in favore di quelle manovrate dai poteri forti, convocate dai servi del globalismo che si chiamino grillini, popolo viola o indignati. E sicuramente con svolgimento lontano dalle sedi del giogo finanziario!

Metro.Bs: il fallimento automatico   22 comments

Manca un anno o poco più all’apertura della metropolitana automatica di Brescia, se mai funzionerà.
Il Metrobus o Metro.Bs ha 17 stazioni per 13,1 km dalla zona nord della città a quella sud est passando per il centro. Facile prevedere che la metropolitana a Brescia sarà un completo fiasco finanziario, uno sperpero immane di denaro pubblico. Un po’ come la monorotaia di Springfield in un famoso episodio dei Simpsons!

La questione non è che Brescia sia una città di soli 200mila abitanti ma che il traffico cittadino non è intraurbano bensì primariamente extraurbano. Quei soldi andavano spesi in ben altro modo come del resto aveva sancito il referendum, svoltosi nel 1998, in cui avevano vinto i “no”. Bisognava raddoppiare il binario FS dalla Stazione fino a San Zeno Folzano, elettrificare la Brescia Iseo Edolo, la San Zeno Piadena (collegare velocemente Mantova e Parma) e (ri)costruire le tranvie verso le valli che trasportassero i pendolari da e per la città. Brescia sta finalmente diventando una città universitaria, a dispetto che nella univeristà statale scandalosamente ci siano solo 4 (quattro) facoltà, quindi il pendolarismo studentesco diventa preminente.

Nessuno spenderà, credo, 2€ (o più) per andare dalla Stazione FS in centro o, attraverso il sottopasso che porta dietro la stazione, a Brescia Due, percorsi che si possono fare benissimo a piedi. Ritengo pochi faranno 20-30 km in macchina e spendere per il parcheggio scambiatore (2-3€?) e per il biglietto e poi fare solo 2 o 3 km in metro! In una città piccola gli automobilisti che vengono da fuori tendonoo a parcheggiare direttamente nel luogo di destinazione.
Il Giornale di Brescia di mercoledì 12 ottobre 2011 titola in prima pagina A Brescia 77 mila in cerca di lavoro. I disoccupai bresciani senza soldi per mangiare si faranno tranquillamente “a pè” il percorso da San Faustino a piazza Vittoria!

La metropolitana sarà uno dei tanti fallimenti della brescianità terminale, un sacrificio inutile di ambiente e denaro pubblico sull’altare dello scimmiottamento di Milano come lo sono Brescia Due, il Crystal Palace, lo stadio nuovo, le tangenziali, le immense zone industriali e gli ipermercati destinate a diventare una riva dei bruti. Assieme alle altre bestialità della mentalità nostra come la caccia e la pesca indiscriminate , la devastazione ambientale con i capannoni, le strade e ogni altro sistema per devastare l’ambiente.

Le stazioni della metropolitana abbandonano a se stesse diverranno semplice rifugio per umani clandestini e per cani altrettanto randagi.
Nella loro follia lucida i bresciani si sono dimenticati fare figli. Il 50% dei giovani in città è di origine immigrata. Loro non butteranno due euro per un biglietto della Metro.Bs per fare 500-600 metri a piedi o 2 o 3 km in scooter o in bicicletta. Così come gli immigrati, i loro figli li maderanno a scuola, finchè per loro la scuola sarà gratis quantomeno, e non a lavorare come negri per buttare via decine di migliaia di euro per una auto sportiva e poi andare a schiantarsi il venerdì sera strafatti di cocaina.
Credo che il fallimento di Metro.Bs sarà l’apoteosi di questa Brescia.

Pubblicato 13 ottobre 2011 da Albino Galuppini in Lamentazioni Ferrate, Soldi Buttati

Corso minimo di autonoleggio   Leave a comment

Copio e incollo da Sole 24ore online una porzione di articolo intitolato Quanti problemi con le società di autonoleggio, dalle multe con sorpresa alle auto restituite senza pieno:

Al rientro dalle ferie le società di autonoleggio finiscono nel mirino dei vacanzieri. C’è chi lamenta casi di doppi addebiti sul proprio conto corrente, chi la sostituzione all’ultimo minuto dell’auto scelta con una diversa, chi contesta i danni in caso di sinistri. Ma c’è anche chi si vede addebitare sanzioni per non aver riconsegnato la macchina col pieno di carburante e si difende sostenendo di non aver trovato distributori vicini, oppure chi non vuole pagare gli oneri amministrativi relativi alle multe prese in vacanza.

Col peggiorare della situazione economica sempre meno gente potrà permettersi un’automobile a “tempo pieno”. Perciò il noleggio auto potrebbe divenire un’attività redditizia.
Ma occorre non comportarsi stupidamente come avviene nell’ambito del “politicamente corretto”.

Ecco alcuni suggerimenti.

  • Noleggiare non solo automobili nuove o recenti pure veicoli con una certa età purché perfettamente in ordine di marcia.
  • Fornire mezzi con serbatoio in quasi riserva in modo che si eviti l’annoso problema della restituzione con il “pieno”.
  • Chiarire nel contratto scritto di noleggio che qualunque esborso riguardante il veicolo (riparazioni, incidenti, multe, traino), nel periodo in cui il veicolo è in mano all’automobilista, sono a totale suo carico.
  • Richiedere una cauzione anticipata in contanti che possa essere poi trattenuta parzialmente o totalmente come pagamento del servizio e costo di riparazione per danni facilmente identificabili in una veloce ispezione con l’utente al momento della riconsegna dell’auto.

A mio avviso c’è spazio per piccole attività di autonoleggio senza grandi fronzoli ma che consenta di affittare una macchina per chi non può comprarsene una, senza troppi patemi d’animo sia per il gestore del servizio e che per l’utente.

Pubblicato 12 ottobre 2011 da Albino Galuppini in C'eran una volta l'Italia