Archivio per Maggio 2013

Tesla Motors: una rivoluzione annunciata   Leave a comment

Un paio di settimane fa ho avuto il grande privilegio e l’enorme piacere di “assaggiare” su strada in anteprima la nuova “Model S”, berlina totalmente elettrica prodotta dalla Tesla Motors e finalmente disponibile anche sul mercato italiano. Non è facile trasmettere a parole le sensazioni che quest’auto letteralmente rivoluzionaria è in grado di trasmettere al guidatore, ma cercherò di farlo in un articolo che pubblicheremo sul prossimo numero della rivista PuntoZero; in questa sede mi limiterò ad attingere dall’aviazione (il mio più grande amore) un paragone che mi sembra appropriato, ovvero che la rivoluzione “elettrica” alla quale stiamo assistendo in campo automobilistico mi ricorda assai da vicino il passaggio dalla propulsione ad elica ai moderni jet. Ci sarà pure un motivo se la Tesla Motors ha ormai accumulato un valore azionario pari a 8,8 miliardi di dollari, una cifra notevole se si considera che quello di un colosso come il Gruppo Fiat si aggira attorno ai 7,8 miliardi…
Ad ogni buon conto, al convegno Nuove Energie per un Mondo Nuovo in programma alle Terme di Galzignano il prossimo 2 giugno abbiamo invitato con la sua splendida Roadster bianca Paolo Vanzetto, uno dei primi proprietari di Tesla del nostro paese con ormai più di 100.000 chilometri percorsi, che durante la mattinata sarà disponibile a condividere le sue esperienze e a soddisfare tutte le curiosità del pubblico presente. Ci vediamo lì…

Tom Bosco

Pubblicato 28 Maggio 2013 da Albino Galuppini in Buone Notizie

MetroBS: una recensione per sommi capi   Leave a comment

Ho visitato e testato la nuova metropolitana di Brescia. Ecco le mie impressioni in essenziale:

LATI POSITIVI

  • Metrò automatico molto bello con paratie di sicurezza dotate di porte che si aprono in sincronia con le porte delle carrozze per cui è impossibile cadere, accidentalmente o meno, sui binari.
  • L’assenza del macchinista fa si che alle estremità ci sia un enorme finestrino che consente di guardare nella direzione di marcia e di provenienza.
  • Carrozze moderne, silenziose, luminose con buona segnalazione visiva e acustica.

LATI NEGATIVI

  • Stazioni troppo grandi, a memoria direi che le stazioni del metrò di Londra sono di minori dimensioni e raggiungono una minore profondità.
  • Mancanza dei tornelli, una volta allentata la sorveglianza, la linea diverrà preda dei “graffitari” e dei passeggeri clandestini.
  • La fermata Stazione FS si trova solo a 20 metri dai binari ma di fianco alla stazione per cui raggiungere i marciapiedi dei treni richiede tempo. Probabilmente la cosa verrà ovviata consentendo l’accesso dal Binario 1 tramite apposito varco nella recinzione.

SVILUPPI FUTURI Certamente auspicabile l’allungamento della tratta fino a Rezzato. Auspicabile anche le sedi universitarie in fieri siano a portata delle uscite del metrò. Consigliabile sarebbe pure costruire diverticoli sotterranei in certe stazioni in modo da potere raggiungere direttamente vie e piazze adiacenti.

Pubblicato 25 Maggio 2013 da Albino Galuppini in Buone Notizie, Treno per Tutti

Boom di auto senza assicurazione   Leave a comment

Il 30% in più nell’ultimo anno. Un fenomeno che cresce e preoccupa. Non sono più solo gli stranieri che guidano dei vecchi «macinini» a viaggiare senza copertura assicurativa, ci sono anche gli imprenditori che hanno furgoni per le loro aziende e professionisti che sfrecciano su fiammanti fuoriserie così come padri di famiglia che usano la station wagon per portare i figli a scuola. Ma tutti senza aver pagato il premio.
I dati dei verbali elevati nel corso dei controlli dalla Polizia locale di Montichiari parlano chiaro: dal 2012 al 2013 il numero dei veicoli che sono risultati sprovvisti di copertura per la responsabilità civile è cresciuto del 30%.
Nella gran parte dei casi si tratta di persone che hanno scelto di non rinnovare una polizza scaduta o che acquistato un veicolo non hanno mai stipulato il contratto, ma non sono mancati i casi di veri e propri falsi. «Abbiamo scoperto tagliandi contraffatti in modo grossolano con le stampanti di casa che sono immediatamente apparsi fasulli – ha spiegato il comandante della Polizia locale Cristian Leali -, ma ci siamo imbattuti anche in copie perfette che solo grazie al controllo al terminale sono risultate delle patacche». Quello che i numeri non raccontano sono le storie che si nascondono dietro ad ogni verbale: «Quello che colpisce sono le dichiarazioni delle persone che sanzioniamo: in molti hanno parlato della crisi, delle situazioni difficili che vivono e del fatto che abbiamo scelto di non pagare l’assicurazione piuttosto che le bollette di casa o la spesa settimanale». Viaggiare con un mezzo senza assicurazione rappresenta una violazione punita dal Codice della strada con una sanzione che parte da 841 euro e che può arrivare a 3.366 euro, ma esibire un contrassegno falso prevede conseguenze penali: l’articolo 193 del Codice della strada infatti stabilisce come sia sempre da disporre «la confisca amministrativa del veicolo intestato al conducente sprovvisto di copertura assicurativa quando sia fatto circolare con documenti assicurativi falsi o contraffatti». E nel caso sia accertata l’identità della persona che ha falsificato il documento è prevista anche la sospensione della patente di guida per un anno.

Paolo Bertoli

COMMENTO Tutte cose che avevo previsto 10 anni fa e che ho scritto anche in questo blog.

La crisi cancella 11 miliardi di viaggi, crolla l’uso dei mezzi pubblici   Leave a comment

L’Italia è ferma. Questa considerazione vale non solo sul piano delle metafore un po’ abusate sul «motore dell’economia» che si è inceppato nella recessione, ma anche in un senso più reale. La riduzione del reddito disponibile e la perdita di posti di lavoro hanno drasticamente tagliato i movimenti degli italiani: nel 2008 ogni giorno si registravano 128 milioni di spostamenti, mentre l’anno scorso i movimenti sono crollati a 97,5 milioni, il 23,9% in meno. In un anno, si tratta di oltre 11 miliardi di spostamenti persi.

Tutti in garage
I numeri sono contenuti nel nuovo Rapporto sulla mobilità in Italia realizzato da Isfort in collaborazione con il centro ricerche Hermes e le associazioni di trasporto Asstra e Anav presentato a Bologna al Convegno nazionale di Asstra. A fermarsi sono tutti i mezzi, pubblici e privati, con una tendenza diventata plateale nel 2012, l’anno più duro della crisi. Rispetto al 2011, le automobili si sono spostate il 16,2% in meno, mentre moto e ciclomotori hanno diminuito i propri movimenti addirittura del 38,9%, con una gerarchia delle flessioni che rispecchia in modo fedele gli andamenti dei mercati registrati nelle compravendite di auto e moto. Anche l’utilizzo dei mezzi pubblici scende, ma solo del 6,6%

I mezzi pubblici
Autobus, corriere e treni regionali, quindi, si comportano meno peggio rispetto ai mezzi privati, com’è ovvio in una fase di contrazione dei consumi determinata dalla riduzione dei redditi disponibili (e da una minor tendenza al consumo anche a invarianza di reddito dettata dalla paura delle prospettive). Fatto 100 il “mercato complessivo” della mobilità, dunque, la fetta occupata dal trasporto pubblico cresce, dal 13,5 al 15,1 per cento. La crisi, in questo senso, si trasforma anche in un’occasione d’oro per far crescere il ruolo dei sistemi di trasporto pubblico e della mobilità sostenibile, perché determina un’evoluzione dei comportamenti caldeggiata senza successo dalle campagne di sensibilizzazione negli anni migliori per l’economia.

Tariffe in volata
L’occasione, però, sembra persa, a meno di una drastica (e improbabile) inversione di rotta nelle politiche per il trasporto pubblico. «Tra 2010 e 2013 – spiega infatti Marcello Panettoni, presidente di Asstra – è stato tagliato il 15% delle risorse pubbliche per i trasporti collettivi: si tratta di un colpo che sarebbe potuto essere mortale se le aziende non fossero riuscite ad assorbirne una buona fetta senza tagliare i servizi». Come hanno fatto? Alcune delle risposte chiave si incontrano in altri numeri pubblicati dal Rapporto sulla mobilità: il costo del «biglietto a tempo», cioè il classico ticket singolo, è cresciuto del 64% tra 2001 e 2013, e del 19,7% solo negli ultimi due anni, mentre sono stati più contenuti gli aumenti negli abbonamenti (con incrementi rispettivamente del 29% e del 5,8% nei due periodi considerati sopra).

Pullman archeologici
Le tariffe, però, bastano solo in parte a compensare i tagli alle «compensazioni» statali che la legge prevede per chi svolge i servizi di pubblica utilità. A pagare il conto sono stati quindi anche i lavoratori del settore, in termini di rinnovi contrattuali e di mancate assunzioni, e soprattutto gli investimenti. Con bilanci al lumicino, tutte le energie si concentrano sugli sforzi di far circolare l’esistente, senza che rimanga molto per acquistare mezzi nuovi. Far circolare l’esistente, però, è una sfida sempre più difficile, perché l’autobus italiano medio ha 12 anni di vita, cinque in più dei colleghi europei, e in tre casi su quattro appartiene alle categorie archeologiche comprese fra euro zero ed euro tre.

Al collasso
Dentro a questi numeri medi si nascondono un’infinità di variabili locali che disegnano quadri ancora più allarmanti. Se n’è accorto per esempio nelle scorse settimane il neoministro della Cultura Massimo Bray, che ha provato ad andare a Pompei con la Circumvesuviana ma ha dovuto finire il viaggio in autostop perché i treni sono stati fermati dai passeggeri inferociti per le condizioni di viaggio. Una storia quasi inevitabile in un’azienda, l’Ente autonomo Volturno che gestisce la linea, gravato da 800 milioni di debiti, mentre l’azienda napoletana di Mobilità (Anm) ha un passivo da 182,9 milioni ma vanta crediti dal Comune per 254 milioni. A Palermo l’Amat contava in bilancio debiti per 117 milioni, e nei mesi scorsi è dovuta addirittura ricorrere a un decreto ingiuntivo nel tentativo di farsi pagare dal Comune 84 dei 141 milioni di credito: intanto, viaggia con almeno 50 mezzi in meno del previsto e ha dovuto ridurre 27 linee.

COMMENTO Notate la menzogna di questo articolo su un giornale vergognoso come il Sole 24ore. L’Italia è dominata dai petrolieri americani e dai loro sgherri da Enrico Letta a Beppe Grillo. Notate che il titolo fa pensare che siano crollati solo i trasporti pubblici, mentre nell’articolo si dice che i trasporti pubblici stanno crollando di meno dei viaggi privati. Inoltre si parla solo di bus che consumano petrolio, i cui grossi pneumatici sono fabbricati ognuno con centinaia di litri di oro nero.

Incidenti: tre motociclisti muoiono in poche ore   Leave a comment

Tre incidenti mortali nel volgere di poche ore sono costati la vita a Omar Bertazzi, Mauro Leone e Rolando Surini.
La prima vittima di questa strage di motociclisti è il 31enne Omar Bertazzi residente a Manerba ma originario di Polenazze, rimasto ucciso nel tardo pomeriggio di giovedì lungo la provinciale 78, fra Calvagese e Bedizzole. La sua moto ha urtato la ruota di una vettura, ferma in attesa di svoltare a sinistra. Poi, lo schianto fatale contro un palo dell’elettricità che ha causato la morte sul colpo del giovane. Inutili tutti i tentativi di rianimazione effettuati dai mezzi di soccorso, accorsi immediatamente sul luogo dell’incidente.

Era invece sopravissuto allo schianto Mauro Leone, 30enne di Rogno rimasto coinvolto giovedì sera in un incidente stradale sulla statale 42 a Breno. La speranza è durata poco: si è spento alle prime luci dell’alba di venerdì all’Ospedale Civile di Brescia. Le ferite riportate nello scontro con una Ford Fiesta non gli hanno lasciato scampo.
Ancora un incidente sulle strade, ancora una volta un motociclista a perdere la vita. Venerdì mattina è deceduto Rolando Surini, 48enne titolare del ristorante-pizzeria «Le Betulle» di Rondinera di Rogno.

L’incidente è avvuto proprio a Rogno, poco dopo le 10. Secondo una prima ricostruzione Surini stava viaggiando a bordo del suo scooter sull’ex statale 42, quando, all’altezza di un incrocio, si è scontrato con un camion che stava per svoltare.
L’impatto è inevitabile e violentissimo, tanto da non lasciar scampo al motociclista. Inutili i tentativi di rianimare l’uomo da parte dei soccorritori del 118.

Pubblicato 11 Maggio 2013 da Albino Galuppini in Lamentazioni Ferrate, Tototruffa

Mercato auto in Italia: ad aprile un nuovo crollo   1 comment

Giù del 10,83%. Fiat a meno 14 %. Da marzo è tornata la doppia cifra nel calo. Ma la Federauto sostiene che la situazione è peggio di quella che appare

Il mercato auto di aprile con 116.209 immatricolazioni fa registrare un -10,8% rispetto a aprile del 2012. Un dato che la stessa Federauto sostiene essere forse ancora sottovalutato perché sul mercato incombe l’ombra delle vetture km0, cioé auto vendute e comprate dagli stessi concessionari per fare numero. Ad aprile Fiat Group Automobiles ha immatricolato in Italia 35.093 nuove vetture, in flessione del 14,4% rispetto alle 40.871 di un anno fa. A marzo le vendite del Lingotto erano cresciute del 5,33%. Nei primi 4 mesi del 2013 il gruppo torinese ha venduto 138.273 vetture, in calo del 10,53% rispetto ad un anno fa. Buona invece la performance di Ford Italia che è salita del 10 per cento.
“Nonostante l’iniezione dell’ultimo giorno del mese, praticata a suon di kilometri zero immatricolate in capo alle Case e ai Concessionari, il mese di aprile si è chiuso con un altro risultato negativo. Ma il dato nudo e crudo non rende giustizia alla sua drammaticità. Se verrà confermato questo trend l’anno potrebbe chiudersi attorno a 1.100.000 unità. Il che significherebbe 900.000 pezzi in meno rispetto alla soglia minima di sopravvivenza della filiera indicata dai maggiori analisti intorno ai 2.000.000 di pezzi”, esordisce Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia. Che aggiunge: “Da un’altra prospettiva un mercato a 1.100.000 pezzi significherebbe una perdita di fatturato per il settore di 15,9 miliardi di euro. Cifra che per la sua rilevanza produce un senso di vertigine. E lo Stato sarebbe il più penalizzato poiché non introiterebbe circa 3,3 miliardi di euro della sola Iva, cui si aggiungerebbero diversi milioni di euro derivanti dal mancato apporto di altre tasse quali bollo, IPT. Poi si dovrebbe aggiungere il costo degli ammortizzatori sociali per centinaia di migliaia di lavoratori. A voler essere pignoli si dovrebbe anche sottolineare l’aumento dell’anzianità del circolante con impatti sulla sicurezza e sull’ambiente. Un disastro a tutto tondo causato anche dalla miope politica degli ultimi mesi che invece di dare uno straccio di risposta ha pensato solo a varare nuove tasse, anche sugli autoveicoli. Mi viene in mente un malato grave al quale, invece delle medicine giuste, vengono somministrate piccole quantità di veleno”.

Pubblicato 3 Maggio 2013 da Albino Galuppini in Buone Notizie