Trasporto su rotaia nell’Italia terminale   1 comment

Ho scritto innumerevoli volte ormai che il destino dell’Italia è segnato. Per cui necessità come 100 anni fa di potenziare il traposrto su rotaia compatibilmente con il consumo di suolo giunto a livelli incommensurabili.
Quindi occorre un piano organico di ripristino di alcune delle migliaia di km di ferrovie dismesse nel corso dei decenni.
Necessita bloccare la costruzione di ogni nuova arteria stradale, tranne casi eccezionali, poichè la rete viaria attuale è talmente vasta che diverrà presto insostenibile la sua manutenzione.

Dato le ridotte disponibilità economicù di enti centrali e periferici bisogna puntare sul recupero ed elettrificazione di ferrovie fuori servizio, dismesse o abbandonate, esistenti contando sul fatto che grazie alla moderna tecnologia, una volta riattata l’infrastruttura,  i costi di esercizio sono contenuti dalla automatizzazione delle stazioni e della soppressione/automatizzazione dei passaggi a livello. La modernizzazione delle sedi deve andare a discapito, se necessario,  dell’acquisto di nuovo materiale rotabile. Da preferire la ristrutturazione e riconversione di treni già esistenti perfino trasformando in vettori elettrici locomotive e automotrici originariamente a trazione termica.
Quale materiale rotabile ristrutturare e riattare:

  • Le automotrici termiche serie ALn 663, costruite tra il 1983 e 1993, possono essere ammodernate per durare ancora una ventina d’anni e impiegate su tratte secondarie riaperte senza lineea aerea.
  • Le automotrici elettriche serie ALe 801 e ALe 940, costruite tra il 1975 ed il 1977,  possono essere utilizzate su tratte secondarie neoelettrificate per fare da spola tra città medio-piccole per ancora diversi anni.
  • Le vecchie carrozze “piano ribassato”, costruite a cavallo tra gli anni 60 e 70, possono essere decisamente ammodernate (con le loro semipilota) e accoppiate a diverse serie di locomotori elettrici rielaborati e adattati alla segnaletica automatica in linea. Le “piano ribassato” hanno anche il vantaggio di ottemperare alle esigenze di trasporto disabili in carrozzella.
  • I 25 locomotori serie E 491 ed E 492 vannno restaurati e riconvertiti al sistema di alimentazione elettrico standard e riconsegnati alla regione Sardegna.

Con quali criteri dovrebbero essere scelte queste tratte da riqualificare/elettrificare o riaprire:

  • Avere come terminale una città medio-piccola che sia anche un importante centro universitario (es. Urbino) in modo da raccogliere traffico nelle tre tipologie convenzionali A) lavoratori pendolari B) studenti delle scuole medie superiori C) studenti universitari.
  • Ferrovie che connettono importanti assi ferroviari (es. Orte Civitavecchia). Quindi che possono fare da interconnessione e collettore di traffico locale verso nodi rilevanti.
  • Ferrovie “di montagna” o che raggiungono zone relativamente isolate che possono concorrere con l’automobile in fatto di rapidità di spostamento, oltre a possedere spesso un valore aggiunto storico-paesaggistico (es Piacena Bettola).
  • Tratte a scartamento ordinario per l’”effetto rete”. Tratte chiese di recente così da limitare il costo di ripristino.

Come ho già avuto modo di scrivere in post precedenti il sistema dei trasporti in Italia è sul ciglio di un profondo cambiamento dovuto essenzialmente a tre motivi:

1. Il declino irreversibile dell’industria automobilistica nazionale

2. L’incremento del prezzo del carburante fino a livelli insostenibili

3. Impoverimento crescente dei ceti sociali medi e bassi

Necessario pertanto varare un piano straordinario di mobilità sostenibile anche in presenza di difficoltà economiche.

pubblicato 18 marzo 2011 da Albino Galuppini

Una risposta a “Trasporto su rotaia nell’Italia terminale

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