Archivio per ottobre 2014

Bus e metrò, migliaia di multe che nessuno paga   Leave a comment

Migliaia di multe che nessuno paga. È la situazione a Brescia Mobilità, l’azienda di trasporti controllata dalla Loggia, alle prese con il problema della doppia evasione: quella del biglietto, pari all’8% circa del totale, e quella della relativa sanzione.
Guardando ai dati degli ultimi tre anni, gli evasori beccati su autobus e metropolitana sono stati in costante aumento, mentre la percentuale di chi versa il dovuto resta inchiodata attorno al 30%.
Così, se nel 2011 su circa 18mila verbali ne risultavano pagati solo 5.800, l’anno successivo il rapporto era 7.700 pratiche chiuse contro oltre 22mila multe, cresciute in seguito all’avvio del servizio a Desenzano. Nel 2013, con l’entrata in servizio del metrò, c’è stato il boom: 32mila sanzioni. Con solo, però, 10mila e cinquecento paganti.
Il discorso migliora leggermente se si guarda agli incassi medi, pari al 44% grazie alle more previste per chi paga in ritardo.
La possibilità che gli evasori vengano recuperati è minima. Dopo il primo sollecito, se l’interessato non si fa vedere, la pratica viene inviata alle società di recupero crediti che lavorano per l’azienda. Ma, sempre l’anno scorso, risultano chiusi soltanto poche decine di casi. Questo perché i verificatori chiedono il documento d’identità, ma di fronte a un diniego non possono fare nulla. E via con nomi falsi, indirizzi inesistenti o residenze fittizie: non farsi trovare è facile e inseguire chi non paga alla lunga diventa troppo costoso. Per i controllori, alle prese con un periodo in cui le aggressioni sono all’ordine del giorno, sembra una duplice beffa.

Emanuele Galesi

COMMENTO Questo era prevedibile e abbondantemente preannunciato da me. Bastava osservare fin da subito la mancanza dei tornelli nella metro. La volontà è quella di non ‘penalizzare’ immigrati da ogni dove che vengono mandati a Brescia da rieducare al modello nordamericano. Con la differenza che in America, se non paghi il biglietto, ti possono anche arrestare.
Si tratta del medesimo problema dell’evasione della RCA auto e del canone Rai TV. O si trova il sistema di esentare le categorie protette da rieducare, o la situazione peggiorerà inesorabilmente, poichè anche i bresciani si abitueranno a fare i furbi.
Ogni altro commento è superfluo.

Pubblicato 25 ottobre 2014 da Albino Galuppini in Dizionario Politichese-Italiano, Tototruffa

Contro l’evasione dell’Rc auto arrivano i controlli con l’autovelox   Leave a comment

La lotta all’evasione dell’Rc auto passerà anche attraverso l’autovelox. L’articolo 44 della legge di Stabilità prevede infatti che il controllo sulle polizze Rc auto attraverso dispositivi telematici (autovelox, tutor, vergelius, accessi Ztl, etc.) diventi automatico, senza cioè bisogno che le apparecchiature rilevino altre violazioni del Codice della strada.
Il Ddl modifica il Codice della strada e lo armonizza con il decreto Sviluppo del 2012, stabilendo che per l’accertamento «della violazione dell’obbligo dell’assicurazione per la responsabilità verso terzi non è necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora l’accertamento avvenga mediante dispositivi o apparecchiature che sono stati omologati o approvati per il funzionamento in modo completamente automatico». In questo caso, «la documentazione fotografica prodotta costituisce atto di accertamento».[…] (Sole 24ore)

COMMENTO Come vi ho spiegato tante volte, non vogliono risolvere il problema altrimenti molti extracomunitari se ne andrebbero non potendo guidare l’automobile e in certe zone del Sud scoppierebbe il finimondo.

  1. Controllando con l’autovelox si colpirebbe solo dove gli autovelox esistono e funzionano.
  2. Coloro che non pagano le multe per eccesso di velocità continuerebbero a non pagare la violazione del divieto di circolazione senza RCA.
  3. Le innumerevoli targhe straniere dell’Est europeo o di stati improbabili continuerebbero tranquillamente a farla franca.

Bastano queste tre considerazioni per capire che il governo Renzi-Grillo vuole colpire i soliti noti salvaguardando l’illegalità. Nessuno multerà i furgoni di ditta bulgara con targa polacca e autista ceceno. Pertanto, non muterà nulla.

Pubblicato 17 ottobre 2014 da Albino Galuppini in Treno per Tutti

Legambiente: «Fallimento Brebemi, solo 16mila auto al giorno»   Leave a comment

«Le attività lavorative sono riprese a pieno regime, ma l’autostrada BreBeMi, l’ecomostro d’asfalto che taglia la bassa bergamasca, continua a essere deserta». Così Legambiente che ha effettuato con i propri volontari un monitoraggio ai caselli dell’autostrada, contando i veicoli in entrata e uscita, e «il risultato è peggiore dei dati finora comunicati: solo 16.000 veicoli al giorno nei due sensi, niente se confrontato con i 280 mila veicoli giorno della A4, poco più lunga ma con tariffe molto più basse e meglio connessa. E pochissimi se confrontati con i 40.000 previsti nei primi mesi di apertura e con gli 80.000 considerati necessari per pareggiare il piano finanziario di un’opera costata 2 miliardi di euro e che dovrebbe pagarsi con le entrate da pedaggio». Per il sodalizio del cigno che ride sono pochissimi sono i veicoli che percorrono l’intero tracciato (62 chilometri tra i caselli di Chiari Est e quello di Liscate): «i forzati della A35 sono in gran parte residenti nei comuni della bergamasca e del Cremasco, diretti al capoluogo milanese. Un doppio smacco dunque per il gestore, perchè pochi veicoli e basse percorrenze significano un livello di utilizzo, e conseguentemente di entrate da pedaggi, largamente insufficiente per ripagare i debiti contratti con gli istituti finanziatori (in primo luogo Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea d’Investimenti)». «Si conferma quanto denunciamo da anni: BreBeMi è un sacrificio di territorio che doveva essere evitato – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – Maroni e Lupi ci pensino bene prima di perseverare nell’idea folle di costipare la Lombardia di nuove autostrade, perchè i progetti in essere promettono altrettanti fallimenti. In primo luogo occorre fermare Pedemontana».] «Le attività lavorative sono riprese a pieno regime, ma l’autostrada BreBeMi, l’ecomostro d’asfalto che taglia la bassa bergamasca, continua a essere deserta». Così Legambiente che ha effettuato con i propri volontari un monitoraggio ai caselli dell’autostrada, contando i veicoli in entrata e uscita, e «il risultato è peggiore dei dati finora comunicati: solo 16.000 veicoli al giorno nei due sensi, niente se confrontato con i 280 mila veicoli giorno della A4, poco più lunga ma con tariffe molto più basse e meglio connessa. E pochissimi se confrontati con i 40.000 previsti nei primi mesi di apertura e con gli 80.000 considerati necessari per pareggiare il piano finanziario di un’opera costata 2 miliardi di euro e che dovrebbe pagarsi con le entrate da pedaggio». Per il sodalizio del cigno che ride sono pochissimi sono i veicoli che percorrono l’intero tracciato (62 chilometri tra i caselli di Chiari Est e quello di Liscate): «i forzati della A35 sono in gran parte residenti nei comuni della bergamasca e del Cremasco, diretti al capoluogo milanese. Un doppio smacco dunque per il gestore, perchè pochi veicoli e basse percorrenze significano un livello di utilizzo, e conseguentemente di entrate da pedaggi, largamente insufficiente per ripagare i debiti contratti con gli istituti finanziatori (in primo luogo Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea d’Investimenti)». «Si conferma quanto denunciamo da anni: BreBeMi è un sacrificio di territorio che doveva essere evitato – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – Maroni e Lupi ci pensino bene prima di perseverare nell’idea folle di costipare la Lombardia di nuove autostrade, perchè i progetti in essere promettono altrettanti fallimenti. In primo luogo occorre fermare Pedemontana».

COMMENTO Era ora che i signori di Legambiente si dessero una mossa. La Brebemi va distrutta e ripristinati i campi al suo posto.